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Coronavirus, Battistoni (Fi): Danni da fauna selvatica, mix letale

Coronavirus, Battistoni (Fi): Danni da fauna selvatica, mix letale

“In queste settimane drammatiche per l’Italia, anche il settore agricolo sta combattendo la sua speciale partita contro il Covid-19. Ma la mancanza di lavoratori, la mancanza di compensazioni economiche per le imprese, la pesantezza burocratica per le assunzioni e la straordinaria stagione di siccità, non sono l’unico fattore negativo per il comparto. A questi si deve aggiungere il gravoso problema della presenza degli animali selvatici nei terreni lavorati”. Lo dichiara il senatore Francesco Battistoni, responsabile Nazionale agricoltura di Forza Italia e capogruppo in commissione agricoltura a Palazzo Madama per il partito azzurro. “Mi riferisco soprattutto ai cinghiali, i cui danni, a causa della minore presenza dell’uomo nei campi, stanno aumentando a dismisura, ed il problema è attualmente fuori controllo”, aggiunge.

“Questo tema è all’attenzione del Governo italiano da inizio legislatura; noi, come gruppo politico di Forza Italia, abbiamo chiesto, e ci stiamo battendo, per la creazione di un fondo di risarcimento ad hoc e soprattutto per l’introduzione di adeguati sistemi di prevenzione, ma la macchina decisionale è elefantiaca, marcia al rallentatore ed in maniera sconnessa. Il fatto è che oggi, gli agricoltori si stanno muovendo in un delicatissimo equilibrio, e fattori esterni alla crisi da coronavirus potrebbero essere la causa di numerosi fallimenti aziendali. Pertanto, chiediamo al Governo di non dimenticarsi di questo problema, che per ora è stato trattato soltanto a livello regionale, con una disomogeneità ingiusta ed ingiustificata. Ricordo, a tal proposito, che i cinghiali non sono soltanto un problema per le campagne, ma la loro presenza sta assumendo un rilievo importante anche nelle periferie e nei centri urbani, con conseguenze letali per la vita delle persone”, prosegue Battistoni

“Serve un’azione forte, anche perché, senza tutele dall’attacco da ungulati, senza all’introduzione dei voucher chieste da tutto il mondo agricolo, senza dare la possibilità ai percettori di reddito di cittadinanza di essere chiamati a lavorare nei campi, l’agricoltura italiana potrebbe aver preso definitivamente la strada che porta alla più profonda crisi del settore degli ultimi cento anni”, conclude.