Dl Ristori, Dal Mas (Fi): Con dematerializzazione si uccide processo penale
“Se con il decreto Cura Italia abbiamo introdotto dei principi dovuti all’emergenza, e cioè il fatto che le udienze si possono svolgere da remoto purché in esse non si debbano sentire ed esaminare testimoni o sentire le parti (quindi con dei limiti ben precisi), inopinatamente con il decreto-legge Ristori bis irrompe sulla scena un altro principio. In base ad esso addirittura il processo penale di secondo grado, tolta l’ipotesi della rinnovazione dibattimentale, diventa un processo cartolare: il pubblico ministero fa l’appello, la difesa presenta delle conclusioni scritte – se arrivano, perché non si sa in che modo – ai giudizi riuniti in camera di consiglio. Che cosa cambia attraverso questa dematerializzazione? Cambia l’epistemologia giudiziaria, e cioè la concezione stessa del processo. E cambia in modo pericoloso perché, se a un processo che si svolge nella parità, nel contraddittorio della formazione della prova tra due parti uguali, noi togliamo ad una di esse, che normalmente è minoritaria nell’esercizio dei poteri, ossia la parte della difesa, il proscenio, la possibilità di esercitarsi e di esercitare le sue funzioni davanti a un giudice terzo, abbiamo ucciso il processo penale. E che lo si faccia con decreto di carattere economico e senza il vaglio della Commissione competente è davvero inaccettabile”. Lo ha detto nell’aula il senatore di Forza Italia, Franco Dal Mas, durante la discussione sul dl Ristori.