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EUROGRUPPO, CRAXI (FI): MONTAGNA HA PARTORITO TOPOLINO

EUROGRUPPO, CRAXI (FI): MONTAGNA HA PARTORITO TOPOLINO

“Tutto come da copione. Tutto come preventivato. La montagna ha partorito il topolino. E di poderoso c’è solo la marcia indietro del governo italiano che esce sconfitto su tutti i fronti e che, senza un passaggio parlamentare, da di fatto il via libera a un MES sul quale risulta vincolato da risoluzioni. Passa così l’accordo franco-tedesco che più che una mediazione è la rappresentazione degli interessi preminenti di un’Europa delle ‘gerarchie di potenza’. Capisco la propaganda ma frenerei gli entusiasmi. C’è il MES e non ci sono gli Eurobond. Altro che vittoria della politica! Serviva un sussulto e ci ritroviamo in mezzo all’ennesima finanziarizzazione dell’Ue con partite di giro a saldo zero, se non con rimessa”. Così, Stefania CRAXI, senatrice di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Affari esteri. “Il diavolo, poi, si annida nei dettegli e nel documento dell’Eurogruppo, generico quanto fumoso, c’è molto da chiarire e tutto da definire – aggiunge -. In primis, per il MES e le sue condizionalità, al netto dell’interpretazione di che possa essere considerato ‘spesa indiretta’ (e come sappiamo l’esegesi varia per amici e nemici) dobbiamo conoscere le regole di funzionamento a partire dal rimborso. Chiedevamo una restituzione trentennale del debito mentre il MES di cui si discuteva, le cui norme di funzionamento non risultano oggetto di modifica, prescrivono tempi diversi, tra i 5 e i 10 anni. Il MES è poi un creditore privilegiato. Va rimborsato prima di ogni altro titolo detenuto da privati con conseguente svalutazione di quest’ultimi e, inoltre, poiché probabilmente utilizzato dai paesi più in difficoltà, li espone ugualmente sui mercati. Il ‘Recovery Found’ pensato dalla Francia è poi cosa assai diversa degli eurobond di cui si è fin qui parlato. Per di più sarà scorporato dall’insufficiente pacchetto MES – SURE – BEI, e pare destinato a rimanere lettera morta, sulla scia del defunto Piano Junker da 300 miliardi e del sempre atteso e mai attuato Fondo di garanzia per i depositi dell’Unione bancaria. La verità e che possiamo avanzare agli olandesi mille critiche. Ma dovremmo prenderli ad esempio. Sanno cosa vogliono, sanno come ottenerlo e soprattutto sonno cos’è la democrazia e come si rispetta il parlamento. Si sono presentati all’Eurogruppo e poi al Consiglio con un mandato parlamentare. E Conte? E Gualtieri? Pensano di scavalcare le aule con un altro DPCM?”.