Libia: Malan (FI), l’Italia abbia il coraggio di essere presente
L’Italia dovrebbe avere il coraggio di essere presente in Libia non solo con iniziative diplomatiche. Lo ha detto oggi ad “Agenzia Nova” Lucio Malan, senatore del gruppo Forza Italia (FI) Berlusconi Presidente-Udc, membro della commissione Affari esteri. “La Libia e’ importantissima per l’Italia per la sua vicinanza, per l’importanza delle risorse, per la questione delle migrazioni. Le mere azioni diplomatiche, le lettere, gli incontri internazionali servono fino a un certo punto: bisogna avere il coraggio di essere presenti e protagonisti”, ha spiegato il senatore. Il Governo di accordo nazionale (Gna) ha riconquistato ieri l’aeroporto internazionale di Tripoli e ha chiesto all’Italia supporto nello sminamento e bonifica di questa infrastruttura che dovra’ essere ricostruita, peraltro, da un consorzio italiano. “Uno dei modi per essere presenti e’ indubbiamente la ricostruzione. Ma e’ chiaro che bisogna anche proteggere adeguatamente queste infrastrutture, altrimenti al prossimo cambiamento di fronte rischiamo di perdere gli investimenti che, temo, non ripaghera’ nessuno”, ha aggiunto Malan.
Malan ha commentato anche l’appello lanciato dal leader del Blocco federale in Libia, Ali al Hashemi, che parlando a “Nova” aveva invitato l’Italia a sostenere una soluzione politica basata su un sistema federale suddiviso nelle tre regioni storiche: Cirenaica (est), Tripolitania (ovest) e Fezzan (sud). Una soluzione che secondo alcuni osservatori rischierebbe di erodere l’influenza italiana in Libia, limitando gli interessi del nostro Paese alla sola Tripolitania mentre Fezzan e Cirenaica potrebbero essere appannaggio di competitori stranieri. “Bisogna vedere se si e’ in grado di ottenere qualcosa di meglio. E’ chiaro che non e’ la soluzione ideale, ma bisogna anche domandarsi se e’ realisticamente possibile ottenere altro. Non possiamo dire si’ a priori, ma neanche no. Una soluzione di questo genere darebbe comunque degli spazi e potrebbe essere uno strumento di pacificazione”, ha aggiunto Malan. L’Italia, tuttavia, non puo’ usare i metodi della Turchia, che in Libia ha inviato armi, consiglieri militari e mercenari siriani. “Ma in Libia conta chi e’ presente e chi e’ assente non conta. Noi abbiamo una presenza pressoche’ invisibile e contiamo poco. I nobili appelli vanno bene in linea di principio, ma poi bisogna fare qualcosa per metterli in atto”, ha concluso il senatore.