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AMBROGINO D’ORO, CRAXI (FI): BENE TOGNOLI, MILANO QUANDO RICORDERÀ CRAXI?

AMBROGINO D’ORO, CRAXI (FI): BENE TOGNOLI, MILANO QUANDO RICORDERÀ CRAXI?

”Il Comune di Milano ha pubblicato i riconoscimenti legati agli Ambrogini d’Oro 2021. Sono davvero molto felice che tra le cinque medaglie alla memoria una di queste sia per Carlo Tognoli. Carlo, come ho più volte avuto modo di dire, non è stato solo un grande sindaco, un grande uomo politico e di governo, un vero socialista riformista, ma soprattutto una personalità straordinaria dall’elevata caratura umana e morale, fortemente legata alle sue radici ed ai suoi ideali. Mai, neanche nei momenti più bui e difficili, ha chinato la testa, abiurato alla sua (e nostra storia), nonostante le infamie e le falsità di inizio anni Novanta non lo abbiamo risparmiato. In questi anni, anche attraverso un lavoro storico e culturale straordinario, ha condotto insieme a tanti di noi una battaglia di verità per fare in modo che la storia, come amava dire Craxi, venisse ‘scritta bene’ e per impedire che su una intera classe dirigente e una stagione politica assai significativa per la storia italiana e milanese cadesse la scure della ‘damnatio memorie'”. Così, Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Affari esteri. “Ma proprio unitamente a questo senso di soddisfazione per il giusto riconoscimento, seppur postumo, mi permetto di ravvisare, però, una delle tante piccole contraddizioni di questo Paese e di certo mondo politico. Tognoli, non era un’apolide, non era un corpo estraneo rispetto alla storia del socialismo milanese, al ‘nuovo corso’ craxiano o allo stesso Bettino Craxi, di cui fu amico leale e sincero, nella buona e nella cattiva sorte, ancor prima che sodale di partito e di corrente, cosa che ebbe sempre a ricordare e sottolineare in ogni occasione e circostanza. Ecco, tra le tante ipocrisie e contraddizioni mi permetto di segnalare anche questa: il Comune di Milano ricorda giustamente e doverosamente Tognoli, come avrebbe dovuto fare ben prima e in vita, ma non ha la volontà, la coerenza e il coraggio di ricordare il padre e l’artefice di quella grande stagione meneghina come Bettino Craxi”.