Caliendo (FI): in organi autodichia senatori operano come giudici
I senatori che fanno parte dei cosiddetti organi dell’autodichia (quelli cioè che hanno deciso sulla riassegnazione dei vitalizi ai condannati in via definitiva) sono da equiparare ai giudici e non hanno un ruolo politico. Lo sostiene, in una lunga nota, Giacomo Caliendo, presidente della Commissione contenziosa di Palazzo Madama e senatore di Forza Italia. “Nel corso della trasmissione ‘Non è l’Arena’ di domenica 6 giugno, il conduttore Giletti – si legge nel comunicato – ha ribadito più volte che gli organi di autodichia sono composti da 5 senatori per contrastare l’affermazione di Formigoni che identificava quegli stessi organi con la magistratura del Senato”. “A prescindere dalla considerazione che nella Commissione contenziosa sono presenti 3 senatori e 2 esperti (avvocati, professori universitari, magistrati in pensione) credo che sia opportuno chiarire che la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha precisato che: a) I Collegi dell’Autodichia, benché siano interni all’organo costituzionale di appartenenza e quindi estranei all’organizzazione della giurisdizione, tuttavia sono tenuti al rispetto della “grande regola” del diritto al giudice e alla tutela giurisdizionale effettiva dei propri diritti, essendo questa una scelta che appartiene ai grandi principi di civiltà del tempo presente, che non può conoscere eccezioni; b) i suddetti collegi risultano costituiti secondo regole volte a garantire indipendenza ed imparzialità e sono quindi chiamati a svolgere funzioni obiettivamente giurisdizionali per la decisione delle controversie loro attribuite, come del resto, in relazione alla funzione del giudicare, impongono i principi costituzionali ricavabili dagli artt. 3,24,101 e111 della Costituzione e come ha richiesto la Corte Europea dei diritti dell’uomo, in particolare con la sentenza 28 aprile 2009, Savino ed altri contro Italia; c) le controversie in argomento si svolgono in primo e in secondo grado secondo moduli procedimentali di natura sostanzialmente giurisdizionale, idonei a garantire il diritto di difesa e un effettivo contraddittorio; d) il carattere oggettivamente giurisdizionale dell’attività degli organi di autodichia, posti in posizione di indipendenza, li rende giudici ai fini della loro legittimazione a sollevare questioni di legittimità costituzionale delle norme di legge cui le fonti di autonomia effettuino rinvio”. “Si tratta cioè – spiega ancora Caliendo – di senatori, vincolati al segreto di quanto avviene nella camera di consiglio, che operano come giudici con imparzialità ed indipendenza e devono applicare le norme anche quando risultassero in contrasto con le loro idee. Anzi, devono sempre prescindere dalle proprie idee e in ipotesi da quelle del gruppo parlamentare di appartenenza perché sono chiamati ad assicurare la tutela di diritti che l’ordinamento prevede. La politica, cioè, è fuori da quegli organi. Chiunque sia chiamato ad esercitare funzioni giurisdizionali ove facesse prevalere le proprie idee non conformi alle norme da applicare tradirebbe la funzione per non averla svolta con disciplina ed onore”, conclude l’esponente di FI.