fbpx

Ddl concorrenza: Tiraboschi (FI), necessario per governare globalizzazione

Ddl concorrenza: Tiraboschi (FI), necessario per governare globalizzazione

“Il provvedimento sulla concorrenza ha fatto fare alla politica uno sforzo di modernità, combattendo le rendite e le nostalgie del passato e occupandosi di come interpretare la stagione delle responsabilità. Anche se l’Italia è l’ottava economia mondiale, occupa solo il trentesimo posto nel mondo per livello di concorrenza. La concorrenza limitata ha impedito uno sviluppo robusto e soprattutto ha soffocato il potenziale di crescita del PIL. L’Italia deve essere più autorevole in Europa e contribuire a definire una moderna politica industriale europea per poter contare in un mondo globalizzato dove operano giganti e nel quale non ci si può muovere come topolini. La globalizzazione va governata, ma non puó essere fermata o combattuta”. Lo ha detto la senatrice di Forza Italia, Virginia Tiraboschi, intervenendo in Aula in discussione generale sul ddl Concorrenza.

“Economia e mercati sono interconnessi e di fatto non esiste più il paradigma di un’impresa esclusivamente locale o nazionale: anche la più piccola organizzazione imprenditoriale ha potenziali relazioni con il mondo. Tuttavia, non tutte le imprese sono uguali. Quelle del Made in Italy hanno però un vantaggio competitivo: esportano cultura, creatività, genialità, capacità di innovazione e valori quali, territorio, famiglia, tradizioni artigianali, appartenenza alla comunità nella quale si opera. Sono aspetti importanti e da valorizzare nell’era della competizione globale ancora troppo basata sul prezzo basso. Auspico, quindi, che governare la globalizzazione significhi sempre più difendere la democrazia liberale, combattendo i modelli autoritari, facendo propri i principi e gli ideali di libertà e benessere da costruire secondo una visione alternativa a quella messa in campo da una destra nazionalista e sovranista. Una politica moderna meno populista, vicina alla sua comunità, che premia il merito e toglie i privilegi, che guarda al rapporto virtuoso tra pubblico e privato, che dà importanza alla trasparenza, all’inclusione e al lavoro quale fattore produttivo strategico quanto il capitale nella costruzione di un capitalismo dal volto umano”, ha concluso Tiraboschi.