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Fase 2: Ronzulli (FI), bonus babysitter non funziona

Fase 2: Ronzulli (FI), bonus babysitter non funziona

“E’ necessario che il governo modifichi e semplifichi senza perdere altro tempo le procedure per richiedere il cosiddetto bonus babysitter. Sono moltissime le famiglie che, di fronte alle inutili complicazioni, dopo due giorni persi a inseguire la burocrazia, hanno già deciso di rinunciarci. Per due mesi, infatti, quando si è trattato di sostenere i singoli lavoratori impediti a lavorare, il governo ha previsto che il bonus potesse essere richiesto con una semplice email di posta certificata: i soldi promessi per aiutare le madri e i padri a gestire i figli, invece, possono essere richiesti solo attraverso una doppia registrazione all’Inps – genitore, babysitter – resa ancora più complicata dal fatto che spesso il personale impiegato in questo generi di lavoro, specie saltuario, fatica con la lingua italiana e non e’ molto avvezzo all’utilizzo del web”. Lo afferma la vicepresidente del gruppo FI al Senato Licia Ronzulli.

“Si crea – riprende Ronzulli – una inaccettabile discriminazione che risulta penalizzante per chi, invece, avrebbe maggior bisogno di aiuto, cioè le famiglie con figli. Questo eccesso di controllo e di burocrazia, riservato solo ai genitori, ideato per una semplice misura temporanea, si tramuta in un aggravio proprio per le donne lavoratrici, che dovranno occuparsi personalmente della registrazione delle babysitter o recarsi, pagando il servizio, a un Caf, sottraendo altre ore alle cure dei figli. Le procedure scelte creano oltretutto una incomprensibile e inaccettabile disparità tra famiglie agiate che già avevano una babysitter fissa, con codice Inps, e che scaricheranno alcuni costi di questi mesi sulle casse dello Stato e famiglie che invece hanno dovuto ricorrere ad aiuti di ‘emergenza’ proprio a causa della pandemia, cioè alle famiglie più fragili”. “Il governo è ancora in tempo per rimediare e lo deve fare. Per quanto ci riguarda proporremo in Parlamento che il cosiddetto bonus babysitter venga modificato in un assegno di emergenza sul modello di quello che il governo ha riservato ai lavoratori, cioè con una semplice pec, a tutte le famiglie che, in questi mesi, hanno dovuto gestire in autonomia minori in eta’ scolare”, conclude la senatrice FI.