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IMMIGRAZIONE- AIMI (FI): “STRAGI IN MARE – POLITICA E MAGISTRATURA SQUARCINO IL VELO DI OMERTÀ E DI IPOCRISIA CHE COPRE IL GRANDE AFFARE SULL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA”

IMMIGRAZIONE- AIMI (FI): “STRAGI IN MARE – POLITICA E MAGISTRATURA SQUARCINO IL VELO DI OMERTÀ E DI IPOCRISIA CHE COPRE IL GRANDE AFFARE SULL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA”


La Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e le Procure della Repubblica presso i Tribunali competenti per territorio, vigilino e indaghino sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, in particolare sulla tratta internazionale di esseri umani verso l’Italia, segnatamente al sud del Mediterraneo. A Lampedusa il centro di accoglienza per immigrati è in perenne collasso, attualmente ospita 645 persone ma i posti disponibili dono 250.
Ciò che sta accadendo in quelle acque, che vedono principalmente l’esodo dall’Africa di decine di migliaia di persone ogni anno, favorito dagli scafisti, desta qualcosa di più di un semplice sospetto circa le spregiudicate modalità di partenza, di viaggio e di recupero dei clandestini. Risulta a verità che ci sono navi che stazionano a poche miglia di distanza dai punti strategici d’imbarco, in cui prendono il via i viaggi della speranza, per trasbordarli poi, sulle proprie unità navali? Se così è, possibile che si tratti sempre di coincidenze, di casualità, di naufragi? Occorre fare chiarezza e aprire gli occhi perché anche i luoghi di tortura e i morti in mare sono diretta conseguenza di un traffico immondo di essersi umani non più accettabile. Le partenze vanno bloccate poiché il costo di vite umane, negli anni, ha superato i 30 mila morti: altri 7 poveri disgraziati solo nelle ultime ore. Allo stesso modo vanno fermate le imbarcazioni che favoriscono queste non più sopportabili follie, battenti le bandiere più disparate, sovente di altri paesi europei. C’è una profonda distinzione giuridica tra salvare in mare e trasbordare dietro appuntamento: anche sotto il profilo del luogo di primo approdo e il conseguente dovere di accoglienza che spetta allo Stato di cui batte la bandiera il natante. C’è distinzione tra un rischioso servizio di “taxi del mare” e il casuale imbattersi in vittime di un naufragio. Salvare è un dovere sacrosanto, certo, ma trasbordare è tutt’altro. Come si può continuare a credere alla narrazione secondo cui, casualmente, certe unità navali sono sempre “provvidenzialmente” presenti dove si verifica il “naufragio”? Basterebbe controllare i punti di raccolta e trasbordo davanti alle acque libiche. Il Ministro della Giustizia e quello degli Interni, una qualche domanda dovrebbero pur porsela, così come le Procure più anzi indicate. Che all’origine delle partenze ci siano pericolose organizzazioni criminali straniere è un fatto altrettanto certo. L’eventuale “intelligenza” con le stesse è un crimine grave che va fermato.” Così il Sen. Enrico Aimi – Capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari Esteri –