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MALAN (FI): I PERICOLOSI SILENZI DELL’AMBASCIATORE IRANIANO

MALAN (FI): I PERICOLOSI SILENZI DELL’AMBASCIATORE IRANIANO

 

 

“C’è un pezzo di territorio israeliano che secondo l’Iran non costituisce ‘occupazione illegale’, visto che la guida suprema della Repubblica Islamica, Alì Khamenei parla di liberare la Palestina dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo? Le forniture di armi promesse da Khamenei ai gruppi palestinesi includono anche le formazioni terroristiche? Queste sono due delle mie domande che non hanno avuto alcuna risposta ieri da parte dell’ambasciatore Hamid Bayat. Il diplomatico non ha neppure risposto al senatore di Forza Italia Enrico Aimi che, a seguito delle sue forti parole contro gli Usa per il caso Floyd, gli ha chiesto se è vero che in Iran la conversione dall’Islam al cristianesimo è reato. Non mi ha risposto quando gli ho chiesto come può auspicare maggiori investimenti di aziende italiane in Iran, visto che il Consiglio dei Guardiani della rivoluzione ha cancellato la legge approvata dal Parlamento di Teheran per introdurre garanzie contro il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo, non mi ha risposto quando gli ho chiesto come mai proprio l’ambasciata da lui guidata faccia passare su Twitter la foto di un soldato cileno con il piede sul collo di un ragazzino per una prova di come un soldato israeliano abbia ucciso un bambino palestinese soffocandolo come George Floyd. L’unica vera risposta che ho ottenuto è quella sul rapporto dell’AIEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, in cui si denuncia la violazione da parte iraniana di diversi punti del trattato di cui l’UE è uno dei principali partecipanti. In questo caso, Bayat ha detto che il rapporto è stato dettato da un’agenzia israeliana, ma non ha spiegato come mai agli ispettori AIEA non sia stato consentito l’accesso agli impianti.

Ciò che ha sorpreso è stata la mancata partecipazione di colleghi della sinistra che la scorsa settimana avevano criticato l’ambasciatore israeliano per non aver risposto ad alcune domande. Non hanno sorpreso le parole dei senatori del M5S di solidarietà con il regime dittatoriale teocratico di Teheran, che discrimina le donne, gli omosessuali e le minoranze, punisce con la morte chi dall’islam si converte ad altra religione e finanzia il terrorismo.”

 

 

 

Lo dichiara il senatore Lucio Malan, vice capogruppo vicario dei senatori di Forza Italia.