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Sicurezza, Aimi (FI): Aumentare pena per spacciatori

Sicurezza, Aimi (FI): Aumentare pena per spacciatori

“L’inchiesta giornalistica di Vittorio Brumotti a Parma ha acceso i riflettori su una realtà drammatica che ormai è da troppo tempo sotto gli occhi di tutti. Il parco Ducale è preda di spacciatori di ogni genere, e tutto questo in pieno centro, nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine nel contrasto a questo odioso e allarmante fenomeno. Il vero problema nel nostro Paese sta nella certezza, o meglio nell’incertezza, della pena e soprattutto dell’arresto. Serve una riforma complessiva che consenta di arrestare e mettere in carcere anche i piccoli spacciatori e di espellere con celerità gli stranieri irregolari che, troppo spesso, vivono proprio di delinquenza e spaccio”. Lo dichiara il senatore Enrico Aimi, commissario provinciale FI Parma e coordinatore regionale Emilia Romagna. “Proprio in tal senso – prosegue Aimi – va il mio disegno di legge, volto a modificare l’articolo 73 comma 5 del DPR 309/90 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza). Sarebbe una semplice e intelligente ‘controrivoluzione’ nel nostro sistema penale e anche culturale. Il fatto di ‘lieve entità’ è attualmente punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Una previsione che non consente di applicare in pieno la custodia in carcere, spesso vanificando gli innumerevoli sforzi delle Forze dell’Ordine che si ritrovano ad arrestare soggetti che, dopo qualche giorno, ritornano in libertà”. “Il mio disegno di legge, che auspico sia calendarizzato in tempi brevi, propone di aumentare la pena da un minimo di uno a un massimo di cinque anni, consentendo così di assicurare realmente alla giustizia questi spacciatori che creano degrado, pericolo e grande allarme sociale. In questo caso l’arresto sarebbe obbligatorio e non più solo facoltativo. Più sicurezza per i cittadini, meno frustrazione per le forze dell’ordine”, conclude.