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VOTO 18ENNI, MALAN (FI): NON CI ASSOCIAMO A CORO UNANIME, NON VOTIAMO

VOTO 18ENNI, MALAN (FI): NON CI ASSOCIAMO A CORO UNANIME, NON VOTIAMO

“Forza Italia, come hanno già ampiamente spiegato i colleghi Pagano e Vitali, non si assocerà al coro pressoché unanime in favore di questa riforma. Noi abbiamo grande rispetto per i giovani ma anche per la serietà e i giovani non ci chiedono di votare per il Senato, chiedono invece serietà, più opportunità e meglio di altri respingono la politica dei like, di cui questa riforma è chiara espressione”. Lo ha detto in aula il vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia Lucio Malan, dichiarando il voto di astensione sul ddl costituzionale che estende il voto per l’elezione del Senato ai diciottenni. “Vorrei evidenziare che dopo la riduzione dei parlamentari che noi abbiamo contrastato – ha aggiunto Malan – bisognava porre subito mano ad una serie di riforme per far fronte agli squilibri che quella sbagliata riforma produrrà dalla prossima legislatura. Fu Zingaretti, allora segretario del Pd, tra i primi a dire che si sarebbe subito passati agli atti conseguenti. Nulla, non è accaduto nulla, se non questa legge che di fatto peggiora le cose. Dal 1963 quando il Senato fu composto da 315 membri gli elettori per ogni senatore erano 98 mila passati a 148 mila nell’ultima elezione del 2018 per via dell’aumento della popolazione. Ebbene, dopo il taglio dei parlamentari, avremo un senatore ogni 233 mila elettori ed ora con il voto ai diciottenni uno ogni 260mila. I giovani avranno così molto meno potere nella scelta dei loro rappresentanti. Sappiamo bene – ha osservato- che è difficile non votare a favore di questa riforma ma noi siamo per fare cose serie e non per approvare leggi con leggerezza che possono dare immediati consensi sui social ma fare danni con la loro applicazione. Siamo – ha concluso – per dare davvero potere al popolo, anche ai più giovani, un potere reale, non fasullo perché se danneggiamo gli organi istituzionali il potere che perdono non va al popolo ma ai grandi potentati economici oppure ancora peggio a potenze straniere, come la Cina”.