FIORAMONTI. BINETTI: CON DIMISSIONI NUOVE OPPORTUNITÀ PER UNIVERSITÀ
“Sara’ un rimpasto il primo dono del Governo per il nuovo anno e il fatto che si cominci con il ministro Fioramonti dimissionario perche’ inascoltato la dice lunga sulla unita’ e la compattezza dell’attuale Governo. In realta’ e’ proprio l’Universita’ quella che piu’ si rallegra non solo delle dimissioni ma della finestra di nuove opportunita’ che si apre per dare un nuovo slancio alla ricerca e ad una profonda revisione dei modelli didattici universitari. Vedremo se Conte, professore universitario, sara’ capace di pensare in grande guardando al futuro del Paese e alla drammatica disoccupazione giovanile. C’e’ chi ha fatto notare piu’ volte che questo e’ il Governo con il minor numero di laureati, con il minor numero di docenti universitari, con il minor numero di persone di consolidata esperienza professionale. Un dato statistico ma non solo… un segnale che quel cambiamento tanto auspicato manca della competenza specifica indispensabile per attuarlo”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti.
“Investire nello studio e nella formazione per un Paese non e’ un optional ed e’ evidente che debba cominciare dal suo Governo. Le dimissioni di Fioramonti sono una occasione per rilanciare un settore strategico con maggiore rigore e serieta’- prosegue Binetti- L’Italia per salvaguardare la sua storia culturale a 360 gradi ha bisogno di nuove generazioni di laureati che sappiano intercettare il futuro, anticiparlo, renderlo possibile sfruttando tutte le risorse della IA. È da li’ che verranno tutti i nuovi posti di lavoro del futuro, ma senza dimenticare che e’ una nuova visione della classicita’ quella che mettera’ l’uomo al centro di ogni processo decisionale. L’attuale ex ministro aveva avuto molte improvvide uscite a cominciare dall’abolizione del crocifisso nelle aule, simbolo tangibile delle nostre radici cristiane.
Si era poi baloccato con merende e merendine come se il cuore della mattinata di studio dei ragazzi fosse l’intervallo. Pasticcione, confuso, senza un programma di alto respiro, ha scelto di andare a casa. Bene. Stiamo solo aspettando di sapere a chi sara’ affidata la nostra Universita’. La ricerca, l’innovazione didattica e quel bisogno insopprimibile di rendere efficace la terza missione dell’Universita’”.