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Cangini, criticare Salvini è possibile

Cangini, criticare Salvini è possibile

C’è chi ha cambiato molte idee, ma non ha mai cambiato alcun principio. C’è chi era di destra quando Matteo Salvini nella Lega rappresentava i «comunisti padani», c’è chi era affezionato all’idea di Nazione quando Matteo Salvini usava nei confronti dei meridionali gli stessi toni sprezzanti che i tedeschi o i tecnocrati di Bruxelles usano nei confronti degli italiani tutti, c’è chi aveva rispetto per il sangue dei patrioti risorgimentali versato per l’Unità d’Italia quando Matteo Salvini teorizzava la secessione, c’è chi si sentiva orgogliosamente italiano quando ai mondiali del 2006 Matteo Salvini tifava per la Francia contro l’Italia. C’è chi è rimasto coerente con quei valori, quegli ideali, quella visione politica e lo è ancora oggi; oggi che Matteo Salvini ha trasformato la Lega Nord nel suo contrario: un partito nazionalista. Se ne prende atto, si tributa il doveroso onore alla straordinaria impresa politica, si osserva con un misto di ammirazione e orrore tanta spregiudicatezza e mal si sopporta, però, di . doversi persino giustificare.

Si può criticare Matteo Salvini senza per questo essere dei radical chic. Si può, anzi si deve criticare Matteo Salvini proprio perché si è rimasti coerenti con certi principi. Principi di centrodestra. Bene, dunque, il rigore sull’immigrazione, anche se al netto dei titoli di giornale nulla di concreto è ancora cambiato. Ma siamo fiduciosi, ci muove l’ottimismo della volontà. Il problema è che Matteo Salvini sembra aver abbandonato alla deriva su un gommone cinese anche tutto quel che resta del programma del centrodestra. E questo non va bene. L’enorme e. troppo a lungo trascurato malessere sociale che affligge gli italiani ha come prima causa il malessere economico. La mancanza di lavoro, gli stipendi inadeguati, l’imposizione fiscale eccessiva, la burocrazia opprimente, la giustizia ingiusta. Temi essenziali, che Salvini ha inopinatamente delegato al post sessantottino Di Maio, a un ministro delle Infrastrutture contrario alle infrastrutture come Toninelli, al tecnico Tria, vero e unico custode dei conti pubblici, al giustizialista Bonafede … Vanno così alla deriva trasportati dal rancore e dall’incompetenza grillini principi e obiettivi che da sempre rappresentano i capisaldi della cultura politica di centrodestra.

Ad esempio la crescita economica come frutto della libertà di impresa accompagnata· da un’oculata politica industriale e infrastrutturale, il diritto per i cittadini ad un giusto processo e per il sistema Italia ad una giustizia civile rapida. Principi scaricati in mare, abbandonati lungo la strada del potere nella convinzione di riuscire così, viaggiando leggeri, ad arrivare più lontano. Sul gommone cinese, tra i flutti marini, al pari del Pd Matteo Salvini ha abbandonato anche i terremotati delle Marche, del Lazio, dell’Abruzzo, dell’Umbria. E questo, per chi esalta <<lo Stato», è davvero inaccettabile. Il governo non considera prioritario il reperimento di nuove risorse per il terremoto, ha detto in commissione Speciale il viceministro grillino all’Economia Laura Castelli.

E cosi è stato. Dopo tante promesse elettorali, la Lega si è acconciata a difendere lo status quo respingendo in blocco gli emendamenti di Forza Italia. È possibile, e ovviamente auspicabile, che Matteo Salvini riesca a correggere la rotta del governo, e se lo farà saremo noi i primi a rendergliene merito. Ma finché un cambiamento radicale non avverrà, sarà lecito, anzi, doveroso, dire che Matteo Salvini non sta difendendo quel programma elettorale di centrodestra grazie al quale lui e i suoi parlamentari sono stati eletti e hanno potuto di conseguenza formare un governo con coloro che fino al 4 marzo consideravano «un pericolo per l’Italia». Sarà lecito dirlo e sarà lecito dirlo «da destra»

Questo intervento del senatore Andrea Cangini è stato pubblicato oggi da “il Giornale”.