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Coronavirus, Aimi (Fi): Grave non permettere preghiera in chiesa

Coronavirus, Aimi (Fi): Grave non permettere preghiera in chiesa

“Le misure restrittive imposte per fronteggiare la diffusione del contagio sembrano non tenere in minima considerazione la necessità delle persone di affidarsi a Dio in un momento così drammatico”. Enrico Aimi, senatore e capogruppo in Commissione Affari Esteri per Forza Italia. “Quanto accaduto a Giulianova, dove il sindaco, quattro parroci, i padri custodi del santuario e qualche esponente del municipio, sono stati denunciati lo scorso 25 marzo, per una Messa celebrata al santuario della Madonna dello Splendore, testimonia davvero la decadenza dei tempi che stiamo vivendo. Erano in tutto 12 persone, a debita distanza e con mascherina, collegate on line per consentire alla popolazione di pregare e di affidarsi alla Madonna: al termine della celebrazione il sindaco aveva deposto sull’altare la fascia tricolore. Ma subito dopo, si sono presentate le Forze dell’Ordine che hanno contestato l’assembramento. Ritengo sia stato un grave errore precludere del tutto la preghiera o, almeno, far passare un tale messaggio. In realtà, è vero che sono vietate le Messe e le celebrazioni con assembramenti, ma le Chiese sono aperte per consentire ai singoli fedeli di recarsi a recitare una preghiera. Questo dovrebbe essere chiarito così come dovrebbe essere altrettanto chiaro che parroci, uomini di Chiesa, rappresentanti delle Istituzioni, possono recarsi in preghiera per affidare la popolazione alla misericordia divina. Una grave dimenticanza che nega un diritto fondamentale del cittadino: auspico quindi che arrivi subito un chiarimento dal Governo che deve esprimersi e prendere una posizione netta anche sul caso di Giulianova”, conclude.