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CORONAVIRUS. RONZULLI: GOVERNO NON DEVE AIUTARE LAVORATORI IN NERO

CORONAVIRUS. RONZULLI: GOVERNO NON DEVE AIUTARE LAVORATORI IN NERO

“Aiutare chi lavora in nero? L’intervista del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, e’ una provocazione per quelle migliaia di imprenditori che lavorano nella legalita’, pagano le tasse fino all’ultimo centesimo e oggi sono preoccupati per il loro futuro e per quelle decine di migliaia di lavoratori che hanno combattuto per decenni per vedersi riconosciuti i loro diritti e che magari dal Mezzogiorno sono stati costretti ad emigrare al Nord per trovarsi un posto di lavoro regolare, legale”. Cosi’, in una nota, la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli. “Se il governo- aggiunge- intende prevedere misure di sostegno per chi ha accettato di lavorare in nero, facendo concorrenza sleale agli altri, rubando soldi alla collettivita’ usufruendo di servizi pubblici senza pagare tasse e contributi, allora come si certifica il disvalore dell’illegalita’? Come ha detto anche il Papa, chi lavora in nero toglie soldi alla sanita’ pubblica, riduce le risorse per questa emergenza. Fa specie che questo favoreggiamento indiretto dell’illegalita’ venga da un ministro della Repubblica e per giunta da un ministro eletto con un partito che della legalita’ aveva fatto la sua bandiera e il suo motto. Oltretutto, come il ministro ben sa, spesso i lavoratori in nero gia’ percepivano il reddito di cittadinanza, altra misura che ha favorito il nero e penalizzato i lavoratori regolari dal momento che ha creato concorrenza al ribasso sugli stipendi. I disoccupati vanno aiutati a trovare un lavoro e per farlo non servono assegni temporanei, ma investimenti per creare posti di lavoro. Non bisogna far sopravvivere i lavoratori in nero un mese o due, ma consentire loro, finita questa emergenza, di trovarne uno vero, investendo sui talenti e sulle imprese abbattendo la pressione fiscale e aprendo i cantieri per un grande piano di infrastrutture per la modernizzazione del Paese e un Piano casa per far ripartire l’edilizia privata”.