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DL RILANCIO, DA FI INTERROGAZIONE A CONTE SU TASSA SOGGIORNO

DL RILANCIO, DA FI INTERROGAZIONE A CONTE SU TASSA SOGGIORNO

Ho depositato ieri durante la seduta del Senato ed è pubblicata ora negli atti l’annunciata interrogazione del collega Massimo Ferro e mia, con altri 23 senatori di Forza Italia, sulla depenalizzazione del mancato versamento della tassa di soggiorno contenuta nel decreto Rilancio e che sembra attagliarsi al caso del padre della compagna del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, gestore del prestigiosissimo hotel Plaza di Roma, il quale dal 2014 al 2018 non avrebbe girato al Comune di Roma i 7 euro al giorno richiesti ad ogni cliente come tassa di soggiorno per un totale di oltre 2 milioni di euro”. Così, in una nota, Lucio Malan, vicepresidente vicario dei senatori di Forza Italia.

“Prima del decreto, il reato ipotizzato era il peculato, punibile con la reclusione da un minimo di quattro anni a un massimo di dieci anni e sei mesi. L’interrogazione è costituita da due domande. Era consapevole il presidente Conte che il decreto-legge recante la sua firma depenalizza il mancato versamento della tassa di soggiorno? Conosceva il presidente Conte la vicenda giudiziaria del padre della sua compagna? I commenti li lasciamo ad altri, specialmente agli esponenti del M5s, così solerti nell’ indignarsi per i tre deputati che hanno chiesto il bonus da 600 euro, così accaniti contro ogni ipotesi di conflitto di interessi, così scatenati contro il reato di peculato, di cui vari politici sono stati accusati, purché queste cose riguardino altri, aggiunge Malan.