Forza Italia Senato incontra i vertici di Confesercenti
Proficuo e approfondito incontro, a palazzo Madama, tra i vertici di Confesercenti e il gruppo di Forza Italia al Senato. Al centro della discussione il decreto dignità, la direttiva Bolkestein, la reintroduzione dei voucher, il tema delle causali nei contratti di lavoro a termine, l’apertura domenicale degli esercizi commerciali, la fatturazione elettronica e altre tematiche inerenti l’attività delle piccole e medie imprese.
La presidente dei senatori, Anna Maria Bernini, introducendo la discussione, ha ringraziato Confesercenti per la disponibilità al confronto rimarcando la forte opposizione di Forza Italia contro vari provvedimenti del governo, a partire dal decreto dignità, che colpisce in particolar modo le piccole e medie imprese. “Bisogna ascoltare – ha sostenuto – le esigenze dei datori di lavoro che sono coloro che effettivamente intraprendono favorendo una prospettiva di sviluppo dell’economia”. Bernini ha definito, quindi, paradossale lo stop all’emendamento di Forza Italia teso a abolire la direttiva Bolkestein, che punisce in modo pesantissimo le imprese turistiche e della balneazione oltre che gli ambulanti.
La presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, a sua volta, ha puntato l’attenzione sulla necessità che i 4,5 milioni di piccole e medie imprese italiane – vero tessuto connettivo dell’economia – siano poste in condizione di non disperdere il loro patrimonio occupazionale fatto di circa 10 milioni di dipendenti, sottolineando la gran confusione che regna sovrana riguardo alle normative che regolano l’attività delle imprese e soprattutto riguardo alle questioni legate al fisco.
Il segretario generale, Mauro Bussoni, infine, ha sinteticamente riassunto le principali richieste di Confesercenti alla politica, rilevando l’assoluta importanza di una reale semplificazione delle procedure, di evitare l’introduzione delle causali nei contratti di lavoro, di reintrodurre in modo allargato i voucher, di impedire l’applicazione della Bolkestein sui beni delle imprese e di evitare al momento, in attesa di una completa digitalizzazione del Paese, la fatturazione elettronica che arrecherebbe danni inimmaginabili alle imprese.